Vi siete mai chiesti quali sono i pericoli del condividere i vostri dati con servizi online come ChatGPT? Molti oggi si interrogano, chi a favore e chi contro, per i dubbi sollevati dal Garante sulla Privacy in Italia.
Approfondiamo l’argomento per capirne di più e fare scelte consapevoli.
I rischi che si corrono quando si condividono dati con servizi cloud
Con l’aumento dei servizi online, le persone condividono sempre più dati con le aziende.
Questi dati vengono utilizzati per una serie di scopi, come la formazione dell’intelligenza artificiale, la pubblicità mirata e l’analisi. Se da un lato questo può essere vantaggioso sotto molti punti di vista, dall’altro comporta alcuni rischi che devono essere presi in considerazione.
La privacy dei dati è una delle principali preoccupazioni quando si tratta di condividere i propri dati con i servizi online. Prima di decidere di condividerli, è importante capire come verranno utilizzati i vostri dati e se ci sono rischi potenziali associati.
Vediamo alcuni dei potenziali rischi legati alla condivisione dei dati e cosa potete fare per proteggere voi stessi e i vostri dati da questi rischi.
I servizi online come ChatGPT utilizzano i vostri dati per addestrare i loro sistemi di IA
Con l’aumento della tecnologia AI, le aziende si affidano sempre più ai dati per addestrare i loro sistemi AI. Gli algoritmi di data mining e machine learning vengono utilizzati per raccogliere e analizzare grandi quantità di dati provenienti da servizi online, come ricerche sul web, post sui social media e acquisti online.
Questi dati vengono poi utilizzati per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale. Con l’avvento di Internet, i servizi online gratuiti sono diventati sempre più popolari. Le persone sono attratte da questi servizi perché sono convenienti e facili da usare. Tuttavia, c’è un costo nascosto associato all’utilizzo di servizi online gratuiti: il rischio di perdere il controllo sui propri dati.
Il costo nascosto dell’utilizzo di servizi online gratuiti e il rischio di perdere il controllo sui propri dati
Dal punto precedente ne deriva naturalmente l’uso dei servizi di Intelligenza Artificiale addestrati con dati spesso privati o riservati, o quanto meno sensibili.
Negli ultimi anni le violazioni dei dati sono diventate sempre più frequenti ed è importante che tutti siano consapevoli dei rischi associati all’utilizzo di servizi online gratuiti.
Non solo si può perdere il controllo sui propri dati, ma si può anche essere vulnerabili ad attacchi esterni e della propria rete, aziendale ma anche domestica, o alla criminalità informatica.
Come abbiamo visto, la condivisione dei dati è oggi una parte essenziale di molte aziende e organizzazioni. In qualità di utenti, è importante capire come vengono condivisi i vostri dati e quali diritti avete per quanto riguarda la privacy delle vostre informazioni personali.
È inoltre essenziale essere consapevoli delle politiche sui dati adottate dalle aziende.
La soluzione: tecnologia consapevole, etica e servizi offline.
La tecnologia etica e consapevole esiste. Sempre più aziende di tecnologia, in particolare aziende che utilizzano algoritmi di Intelligenza Artificiale, stanno investendo in risorse e formazione per sensibilizzare l’uso etico della tecnologia.
Non solo una raccolta dei dati conforme alle leggi ma anche un modo tracciabile del percorso di questi dati, sul loro utilizzo e sull’output.
Non tutte le soluzioni di intelligenza artificiale sono una minaccia per la privacy e la sicurezza dei dati! Spesso basta poco, come ad esempio utilizzare prodotti e servizi totalmente offline.
Ecco per esempio il kit per registrazioni CABOLO Interview Kit: una soluzione portatile e completamente sicura per la trascrizione audio-video di interviste e consulenze ai clienti.
All-in-one, tutto quello che serve è nella valigetta. Le registrazioni utilizzano la tecnologia AI di CABOLO che lavora localmente sui dispositivi.
Condividere i dati con i servizi online: le autorità affrontano il problema dei pericoli
Il caso Garante Privacy Italia contro ChatGPT
Il mondo online è diventato una delle principali fonti di sfruttamento dei contenuti. I governi e le autorità di regolamentazione sono sempre più alla ricerca di modi per affrontare questo problema.
Ne abbiamo avuto una prova con la richiesta da parte del Garante della Privacy italiano su come OpenAi gestisce i dati che addestrano i suoi sistemi come GPT4 e ChatGPT.
Nel caso specifico, uno dei punti cardine del provvedimento che ha portato OpenAI a interrompere l’erogazione del servizio agli IP italiani, è sulla modalità di raccolta dei dati, consenso, gestione ed eventuale richiesta di concellazione, come da GDPR.
AI Act dell’Unione Europea per arginare i pericoli del condividere i dati online
La richiesta del Garante si inserisce nel quadro di norme e interrogazioni a livello europeo, l’AI Act, sulla regolamentazione di questo tipo di servizi
Si stanno cercando nuove norme per proteggere i diritti dei creatori di contenuti e dei consumatori, garantendo al contempo che i servizi online siano ritenuti responsabili dei contenuti che ospitano. La Commissione Europea sta tuttavia ancora discutendo e revisionando tutti i punti di vista in merito.
Queste normative includono misure quali il rafforzamento delle leggi sul copyright, una maggiore trasparenza in termini di utilizzo dei dati degli utenti da parte dei servizi online e requisiti più severi per le notifiche di rimozione quando il materiale protetto da copyright viene pubblicato senza autorizzazione.
Queste misure contribuiranno a proteggere i diritti dei creatori di contenuti e dei consumatori, garantendo al contempo che i servizi online siano responsabili delle loro azioni.
Cosa potete fare per proteggervi dai servizi online che sfruttano i vostri contenuti?
Con il crescente utilizzo dei servizi online, è importante capire come proteggersi dallo sfruttamento dei propri dati. Alle volte la tentazione di utilizzare un servizio gratuito e disponibile è forte, ma dobbiamo essere consapevoli dei rischi cui andiamo incontro.
I servizi online raccolgono costantemente informazioni sui propri utenti, che possono essere utilizzate per scopi dannosi, o anche solo a favore della concorrenza.
Pertanto, è essenziale adottare misure di protezione della privacy quando si utilizzano i servizi online.
Vediamo qualche precauzione che potete prendere per garantire che i vostri dati rimangano al sicuro dallo sfruttamento da parte dei servizi online.
3 precauzioni basilari da adottare per diminuire il rischio sull’uso dei vostri dati
1. Leggere i termini e le condizioni. Prima di creare un account o di utilizzare un servizio online, assicuratevi di leggere e comprendere i termini e le condizioni. Questo vi aiuterà a sapere come verranno utilizzati i vostri dati e se verranno condivisi con terze parti. È vero, spesso sono testi lunghi, complessi e burocratici ma accedendo al servizio state firmando virtualmente il vostro consenso. Meglio sapere cosa stiamo firmando, no?
2. Non postare contenuti riservati o personali, neanche nelle aree che richiedono la vostra autenticazione. Un segreto, raccontato al vicino non è già più tale. Quindi se non volete fare conoscere le vostre strategie non diffondetele sulla rete. Tenete a mente quello che è successo ad Amazon, che ha scoperto su ChatGPT testi molto simili a documenti interni e riservati.
3. Elaborate i vostri dati in locale: Invece di elaborare i vostri dati nel cloud o nei servizi online, prendete in considerazione la possibilità di utilizzare prodotti e servizi che lavorano localmente sul vostro dispositivo o su un disco rigido esterno. In questo modo, potrete avere un maggiore controllo sui vostri dati e ridurre il rischio che vengano sfruttati dai servizi online.
Conclusioni: si può fare qualcosa per diminuire i pericoli del condividere dati online?
È vero che l’AI può aiutare le aziende a prendere decisioni migliori, automatizzare le attività e fornire una personalizzazione ai clienti. È vero anche però che bisogna considerare e misurare il rovescio della medaglia.
Le modalità di utilizzo più sicuro e consapevole ci sono, alle volte basta spingersi un po’ più in là rispetto a quanto condiviso dalla massa, fare caso a quelle piccole differenze che costituiscono la chiave per servizi che ci aiutano in modo etico e trasparente.